Barolo
La zona di produzione del Barolo è quella delle Langhe, Patrimonio dell’Umantà UNESCO dal 2014. Il territorio, che abbraccia undici comuni e non ha subito variazioni dall'originale delimitazione del 1966, è estremamente variegato per quanto riguarda la composizione (argilloso, sabbio-argilloso e sabbioso) e questo aspetto si manifesta chiaramente con variazioni significative anche in vini prodotti a pochi chilometri di distanza. La superficie vitata supera i 2.100 ettari che producono circa 14.000.000 bottiglie di vino l'anno.
I paesi simbolo di questa zona di produzione, alquanto ristretta rispetto alle altre, sono Barolo (da cui appunto il nome), Grinzane Cavour (omaggio al Conte Camillo Benso, fautore del Risorgimento italiano), Serralunga d’Alba, Novello (da cui una prestigiosa denominazione per il Barolo, Sottocastello di Novello) e La Morra.
La storia della zona risale all'Impero Romano, ma è solo nel XIX secolo che il vino Barolo ha ottenuto riconoscimenti internazionale. L'enologa Giulietta Falletti contribuì a migliorare la qualità del prodotto e all'inizio del XX secolo il Barolo riuscì persino a riprendersi da una diffusa epidemia di fillossera che mise in ginocchio l'intera Italia. Oggi, piccole cantine a conduzione familiare e grandi produttori producono ed esportano uno dei migliori vini d'Italia, ottenuto esclusivamente da uve Nebbiolo.